Storia e cultura del profumo, 10 ore frontali
Argomenti:
Simboli, valori, messaggi: l’immaginario antico del profumo (Prof. G. Rosati)
La lezione illustrerà gli aspetti più importanti dell’uso dei profumi a Roma (dalle loro provenienze esotiche, orientali, alle forme della loro diffusione nell’élite sociale ma non solo), e soprattutto le implicazioni culturali relative a profumi e cosmetici, e in generale a tutte le pratiche di cura del corpo. Oltre a fare scandalo per i costi abnormi che li caratterizzano, ed essere quindi bersaglio privilegiato della polemica contro il lusso, i profumi vengono percepiti come un’alterazione della realtà ‘naturale’ del corpo, e suscitano la diffidenza o la ferma opposizione di moralisti e benpensanti (e poi ovviamente dei cristiani), cui appaiono come un pericoloso strumento di seduzione e di corruzione morale. Esattamente come oggi fa la pubblicità, i profumi sollecitano stimoli inconsci o semi-consci, evocano suggestioni subliminali che affondano nell’immaginario collettivo, e in questo senso la lezione degli antichi, sia nella realtà del costume sia nell’analisi psicologica che alcuni scrittori ce ne offrono, può costituire un prezioso termine di confronto con il nostro mondo moderno.
Profumi e unguenti nel mondo antico (Prof.ssa F.R. Nocchi)
Il tema dei profumi è un importante indicatore delle più autentiche convinzioni ideologiche dei popoli antichi. Dall’analisi archeometrica è possibile fare luce sul contenuto delle pissidi, sugli ingredienti, quali piante, resine e secrezioni animali, macerate insieme agli oli per formare gli unguenti; i trattati tecnici, come quelli di Teofrasto e Plinio ci parlano anche della raccolta di piante aromatiche e della loro lavorazione, nonché dell’uso di essenze come il cinnamomo, l’incenso e la mirra. I profumi trovano posto in ambito sacro, nelle libagioni agli dei, ma soprattutto nel culto dei morti. Il costume di omaggiare i defunti con offerte floreali, oltre a rivestire una funzione decorativa, rappresenta il desiderio di resurrezione, donando l’illusione di una continuità fra vita e morte. Presso gli antichi questa consuetudine era stata ufficializzata attraverso l’istituzione di festività religiose, quali i Parentalia, i Rosalia e i violae dies: nei carmina epigraphica il profumo come metamorfosi degli estinti, proprio in virtù della sua natura impalpabile, ma percepibile con i sensi, rappresenta perfettamente l’immagine della presenza diffusa, ma invisibile dei defunti nella memoria di chi resta in vita. Infine, esso è strumento di seduzione per la donna, ma anche per l’uomo, spesso criticato in quanto emblema di futilità e corruzione. Nell’acceso dibattito, in cui il cultus sembra soggiacere alla rusticitas, si leva contraria una voce, quella di Ovidio, che nell’Ars Amatoria e nei Medicamina faciei feminae ci restituisce un quadro della vita galante di Roma, svelandoci i luoghi deputati all’acquisto dei profumi e le antiche ricette per realizzarli.
Le fragranze odorose da Oriente a Occidente (Dott. A. Bernardoni)
Le fragranze odorose da Oriente a Occidente, antropologia e arte del profumo dall’Antichità all’età Moderna. La lezione ripercorre attraverso una selezione di fonti la storia di come le sostanze odorose sono entrate in uso come elemento di distinzione sociale, per la cura del corpo e dello spirito, nei processi rituali. Il profumo diventa simbolo e sinonimo di incorruttibilità contro il cattivo odore della marcescenza dei corpi. Presentazione di trattati di arte cosmetica e farmaceutica pubblicati a partire dal primo Cinquecento con focus sulle attrezzature dell’arte distillatoria e tour virtuale della sezione di chimica del Museo Galileo concentrandosi sugli apparati di distillazione.
Spezie e incensi: le vie commerciali fra antichità, medioevo e prima età moderna (Prof.ssa M. Montesano)
I romani conoscevano la “via dell’incenso” che dall’estremità della penisola arabica conduceva le preziose spezie provenienti via mare dall’India o dalla Cina fino al Mediterraneo, e che portava dall’Etiopia e dal Corno d’Africa l’incenso; essi avevano anche rapporti mercantili, sia pur mediati, con l’Estremo Oriente e con il “paese dei seri”, cioè dei produttori di seta. Alessandro Magno si era del resto spinto fino all’India, e della sua avventura era rimasta traccia nella cultura occidentale. I romani avevano però guardato soprattutto a quel mondo mediterraneo che conoscevano meglio: e i loro viaggiatori ed enciclopedisti si erano dati nel tempo a riempire il vuoto di notizie a loro disposizione sul continente asiatico con una quantità di notizie solo in parte rispondenti a realtà. È con il medioevo che cominciarono i rapporti diretti con l’Asia e l’Africa orientale, in grado di fornire i mercati europei di spezie e fragranze i cui usi riguardavano campi differenti: dalla cucina alla medicina, dalla colorazione dei panni alla elaborazione di profumi. La lezione seguirà la storia di questi rapporti commerciali, delle città e dei mercati, dei protagonisti di questa epopea.
Gli odori della magia (Prof.ssa M. Montesano)
La cultura magica ha avuto un peso importante fra medioevo e rinascimento. La manipolazione delle sostanze ci fa pensare immediatamente all’alchimia, però prima dell’alchimia venivano, in ordine di importanza, la negromanzia e l’ars notoria, che si servivano di conoscenze orali e di testi scritti per evocare spiriti in grado di aiutare il mago ad ottenere ciò che si era prefisso. Le evocazioni ipiegavano, secondo una tradizione che risale almeno all’età ellenistica, sostanze e fragranze che dovevano attrarre i demoni e sottometterli alla volontà dell’officiante, così come mostrano i trattati più noti, dal Picatrix fino a quelli di Agrippa di Nettesheim. Di quali sostanze si trattava? Come erano associate ad altri elementi del sacrificio, in particolare dei sacrifici di sangue? Qual era la valutazione che si dava del profumo o, al contrario, del cattivo odore delle sostanze impiegate? Attraverso la materialità delle sostanze previste da queste cerimonie a scopo odorifero, delle quali possediamo lunghi elenchi, possiamo conoscere un capitolo importante della storia della cultura europea e mediterranea.
“Acquavite e profumi: le antiche officine monastiche medievali” (Prof.ssa I. Gagliardi)
Docenti del corso:
Prof. Francesco Santi (coordinatore)
Dipartimento di Filologia Classica e Italianistica
Università di Bologna
email: francesco.santi6 (at) unibo.it
Prof. Gianpiero Rosati
Preside della Classe di Lettere e Filosofia, Scuola Normale Superiore di Pisa
email: gianpiero.rosati (at) sns.it
Prof.ssa Francesca Romana Nocchi
Dipartimento Storia, Culture, Religioni
“Sapienza” Università di Roma
email: francescaromana.nocchi (at) uniroma1.it
Dott. Andrea Bernardoni
Museo Galileo
Firenze
email: a.bernardoni (at) museogalileo.it
Prof.ssa Marina Montesano
Dipartimento di Civiltà antiche e moderne
Università di Messina
email: marina.montesano (at) unime.it
Prof. Isabella Gagliardi
Dipartimento di Storia, Archeologia, Geografia, Arte e Spettacolo – SAGAS
Università di Firenze
email: isabella.gagliardi (at) unifi.it